Ecco servita un’altra “VERITA’ FASTIDIOSA” ma che farà la differenza tra il poter imparare veramente il Tai Ji o il rimanere intrappolati in convinzioni da “ruota per criceti”!
Prima di tutto, ricordati bene di “non credere a NULLA di ciò che leggi, ma impiega tempo ed energie per verificare con raziocinio“…
Se riuscirai nell’intento, “il quadro” della situazione ti apparirà molto più chiaro…!
Procediamo per ordine:
Perchè ho voluto “forzare un po’ la mano” con il titolo di questo articolo?
Veramente il “leggere un libro” puo’ sortire questo effetto?
La risposta più plausibile è:
DIPENDE!!!
DI SICURO, l’informazione “preventiva” svolge un ruolo “piuttosto sconosciuto” alla maggior parte dei lettori “poco consapevoli”… le ragioni principali di questa “vulnerabilità interiore” sono riconducibili a 3 semplici fattori:
- la tendenza al “credere ciecamente”
- l’effetto “FOCUS” a livello mentale
- la “smania di sapere” (invece che la curiosità di comprendere!)
Presunzione ed arroganza fanno spesso capolino ad una parvenza di “apertura ed umiltà”, e non è un caso il proliferare di “false modestie” adottate da “Guru” e “Maestri vari” del settore! L’unico scopo autentico di tali atteggiamenti è da ricercarsi esclusivamente nel “vano tentativo di apparire COERENTI con l’immagine con cui ci si è vestiti” (e che “gli altri” vogliono vedere!) Ma è “nella sostanza” che si finisce per rendersi conto dell’unico GRANDE LAVORO che questi individui operano:
Più o meno mantenere la temperatura del proprio corpo attorno ai 36 gradi e mezzo!!! 😉
Sia chiaro: LO SPACCINO ESISTE perchè UNA FETTA DI MERCATO LO RICHIEDE!
Per cui, tanto “il Guru”, quanto i seguaci, sono “per me CONNESSI” attraverso un UNICO problema… solo che agiscono da 2 piani differenti e complementari!
Ora, secondo te, COSA SUCCEDE QUANDO QUESTI 2 S’INCONTRANO?!?!?!
L’affare è fatto!
E qui il concetto si fa interessante:
Chi è che “scrive libri sul Tai Ji”?
Chi è che “decide cosa scrivere e cosa NON scrivere” sui libri di Tai Ji?
Qual’è “lo scopo di un libro”?
Chi è che “legge libri sul Tai Ji”?
Se solo “provi a rispondere” a queste 4 domandine, stai già “innescando un processo interiore” che l’80% dei lettori non solo “ignora” nella stragrande maggioranza dei casi, ma che “percepisce” addirittura come QUALCOSA DI FUORVIANTE!
Vediamo qualche considerazione sui 4 punti elencati:
- CHI SCRIVE libri sul Tai Ji? Di solito lo scrittore è qualcuno che vuole “condividere” con altri qualcosa inerente le sue esperienze personali, e perchè no… ne vuole ricavare anche un profitto. Vendere è qualcosa che si fa da sempre, e se i “contenuti” sono di VALORE talvolta può risultare un VERO E PROPRIO AFFARE!
- CHI DECIDE cosa scrivere e cosa NON scrivere? Beh… non solo lo “scrittore” non è COLUI che ha potere decisionale in merito ai contenuti da pubblicare (che invece ha l’EDITORE!), ma, nella stragrande maggioranza dei casi, ciò che ripone nero su bianco, è semplicemente il proprio parere… ciò che LUI vede, sente e pensa riguardo l’argomento trattato ed osservandolo da “quel” punto di vista! Nel caso del materiale riguardante “una cultura molto distante” dalla nostra come quella CINESE, oltre alle differenze culturali, si dovrebbero tenere presenti anche quelle di natura sociale, di costume, di filosofia e, udite udite, di “struttura comunicativa”! Tutti sanno che in Cina la scrittura è “ideogrammatica” e non letteraria come da noi! Ma pochi si rendono conto di COSA COMPORTI questo fondamentale fattore: ciò che “viaggia” è un insieme di concetti prodotti da immagini, a cui OGNI osservatore è consapevolmente collegato, ma che filtra “con parametri personali”! Questo significa che, qualora un libro riportasse anche fedelmente le medesime parole di uno scrittore che avesse saputo scremare tra informazioni attendibili o meno, si dovrebbe “impiegare tempo ed energie” per discernere il “contenuto concettuale”, dal “punto di vista espresso”! E non conoscendo “la persona”, qualche ragionevole dubbio dovrebbe emergere, no!?
- QUAL’E’ LO SCOPO di un libro? Generare “profitto” SICURAMENTE per l’editore (che ricordo essere il “titolare” dell’azienda che produce e commercializza gli scritti) e “forse” per lo scrittore… Ecco svelato il motivo per cui E’ LUI a decidere i contenuti in base a parametri di VENDIBILITA’! Significa che se l’editore dovesse ritenere poco vendibile il testo, lo farebbe modificare prima di stamparlo!
- CHI LEGGE libri sul Tai Ji? Su questo punto potremmo tranquillamente rispondere: chi nutre interesse nei confronti di questa disciplina! Ci piace vincere facile eh?!?! 😉 OK! La passiamo… la questione ora è: che tipo di interesse?? BENE! Ti ricordi i 3 fattori di cui abbiamo parlato ad inizio articolo? Ci viene incontro il terzo!
A questo punto i casi possibili diventano sostanzialmente 2:
- Gli smaniosi di saccenza
- I Curiosi di comprendere
Il primo caso rappresenta esattamente quella “fetta vulnerabile” per scarsa consapevolezza di cui abbiamo già parlato…
Il secondo invece è rappresentato da quella categoria di persone che “amano processare le informazioni attraverso la comprensione”.
Parliamoci chiaro: se hai seguito i 4 passaggi qui sopra hai sicuramente capito che “fare tutto quel lavoro mentale” per poter comprendere, è un tipo di attitudine che possiedono SOLO UN CERTO TIPO DI PERSONE: quelle che amano mettersi in gioco!
Diversamente sarebbe da pazzi auspicarsi un “impegno simile” a fronte di una semplice curiosità!!! Al limite qualche “invasato” (o invasabile) troverebbe una spinta sufficiente in qualche personale “convinzione” da confermare o meno… ma ci troveremmo, ovviamente, di fronte a persone del “caso 1”!
Quelle del caso 2, sicuramente avrebbero piu’ chance di appagare le proprie esigenze attraverso la pratica reale! Solo in sostegno ad uno studio “pratico” troverebbero soddisfazione attraverso la lettura, esattamente quando, “un punto di vista da insider”, permetterebbe loro di poter CONTESTUALIZZARE in modo piu’ efficace ciò che vanno a leggere!
Per tutti gli altri, quindi:
Leggere un libro sul Tai Ji si tradurrebbe in una sorta di “barriera mentale” che condizionerebbe in modo più o meno pesante il processo di comprensione, limitandolo attraverso ciò che si è arrivati a credere di quanto letto!
Per cui, a parer mio, prima si fa l’esperienza, poi si legge!
Rimbalzando ai punti iniziali: lo scrittore “prima fa l’esperienza”, poi scrive!
Tuttavia, riconosco che “qualcosa di buono” c’è nella lettura preventiva: la possibilità di “stimolare la curiosità” e fornire “contenuti” da mettere in discussione attraverso la pratica… la differenza poi la fa eventualmente l’INDIVIDUO che legge, scegliendo o meno di frequentare un corso!
In quel momento sarà opportuno “mirare bene“e “VERIFICARE IN ANTICIPO 3 FATTORI”:
- La scuola mette a disposizione di chi vuole iscriversi una “consulenza“ per chiarire ed allineare onestamente le esigenze di un potenziale allievo con le caratteristiche del corso proposto?
- L’ambiente di pratica è quello AUTOREVOLE o i soliti ambienti KAPO o PILATO?
- Durante i corsi si utilizza un sistema di apprendimento efficace strutturato per replicare le abilità in modo efficiente ? O si “impara secondo il programma” identico a quello di 2000 anni fa senza tener conto in nessun modo delle “esigenze e della differente realtà nel 2015”?
Se vuoi ottenere qualcosa di “diverso dal solito”, devi frequentare CORSI DIVERSI DAL SOLITO! SOLO LI’ troverai qualcosa che “non si può” trovare nei libri… ma con la “pratica adatta” potrai costruirti un “punto di vista esperienziale” di estremo valore… in quel momento, leggere un buon libro sul Tai Ji, potrà non solo essere appagante sul piano “mentale”, ma coadiuvare e fornire ottimi spunti da sperimentare sul piano pratico… LA VERITA’ USCIRA’ DA SOLA!
Bene… per me è giunta l’ora di “staccarmi dal mio mac” e praticare un po’ la forma!
A presto!
Sergio
Zaijian