La Spiritualità promessa dall’ambiente delle arti marziali (specie se tradizionali e orientali), rappresenta indubbiamente una delle principali attrattive per la persona comune…
MA SIAMO SICURI DI AVERNE COMPRESO VERAMENTE IL SIGNIFICATO?
Il podio degli interessati…
Uno dei “moventi” più forti che mi capita di intercettare nella maggior parte dei miei potenziali allievi, è la questione Spiritualità.
Nelle statistiche di “interesse”, il podio è occupato da persone:
- che si sono trovate ad affrontare “traumi emotivi” (e vedono nella spiritualità un potenziale aiuto)
- insoddisfatte dalla “religione natale di appartenenza”
- che “migrano” dagli sport da combattimento alla ricerca “di quel qualcosa in più” in grado di coniugare il lavoro fisico con qualcosa di più “esoterico” ed appagante sul piano “sottile”
Trovo personalmente poco sensato “discutere” il tipo di spinta che ognuno di noi “sente” internamente verso la parte spirituale del mondo delle arti marziali…
…ritengo invece ESTREMAMENTE IMPORTANTE poter fare quel minimo di chiarezza in grado di limitare “un mercato in cui i venditori di fumo hanno proliferato proprio grazie ad una marea di compratori di fumo“…
Si tratta di persone per lo più “poco consapevoli”, e per questo motivo suscettibili e vulnerabili… specie “nei primi due casi menzionati”…
Diverso è per quelli che, avendo già “sperimentato il mondo del combattimento marziale”, sono sicuramente meno circuibili sul piano percettivo di chi non ha mai preso o dato un pugno veramente…
Tuttavia, una certa “pubblicità mediatica” come quella dei “monaci guerrieri”, ha sicuramente contribuito a “contaminare la percezione collettiva” ad una certa profondità…
E anche coloro che vantano una certa “esperienza nel combattimento”, non ne sono immuni… anzi!
Una realtà “pessima”…
Quest’immagine, se compresa, potrebbe già essere “sufficiente” a spiegare molte cose!
In una società basata sul “commercio” (come la nostra), il punto saliente dell’interazione è “LA DOMANDA”!
Un mercato è florido se “formula offerte in linea con LA DOMANDA”… (e non viceversa come spesso si tende a credere!)
Senza dilungarmi troppo su questioni già dibattute in altri articoli che trovi qui sul blog, possiamo tuttavia prendere atto che negli ultimi 30/40 anni, il mondo delle arti marziali è cambiato veramente poco…
…e purtroppo, quando si parla di “una materia emblematica in termini evoluzionistici” come quella delle Arti Marziali Tradizionali (specie se Orientali), un campanello d’allarme dovrebbe accendersi:
Esistono molte “scuole che intendono come evoluzione” il semplice insieme dei cambiamenti apportati “dal capo/maestro” a propria immagine e somiglianza…
Qualcosa che, se forzato, rappresenta invece esclusivamente la “manifestazione” del proprio ego insofferente attraverso “le azioni DI CHI CI CREDE”! (a lui o alla disciplina proposta)
Sono invece molto poche quelle che hanno sposato consapevolmente “il significato” nascosto nella parola “tradizionale”.
Esiste inoltre un approccio “paradossalmente STUPIDO” che induce le persone a credere che il VALORE di alcune Arti sia rinchiuso in una sorta di “duro lavoro” pratico.
Questo ha generato il proliferare di generazioni di “marzialisti molto AFFACCENDATI”, ma ben poco propensi ad uno studio efficiente…
Dall’altro lato, una schiera di “ciarlatani” si è prodigata nella vendita di “rituali mistici” incomprensibili sul piano pratico, linguistico, culturale e filosofico…
MA FACILI DA “CREDERE”!
Finche l’approccio del potenziale allievo è quello di “ESSERE AFFACCENDATO e POTER CREDERE A QUALCOSA” attraverso lo studio di una disciplina, le cose NON CAMBIERANNO CERTO FACILMENTE…
Almeno in termini di “sostanza”…
L’aspetto formale è un “vestito” molto facile da mutare e vendere “adattandolo alla moda del momento”…
Di cosa è composta “un’Arte Marziale Tradizionale” ?
Utilizzando la metafora universale rappresentata dal simbolo del Tao, vorrei improntare la spiegazione partendo proprio dall’aspetto DUALE (cardine della filosofia Taoista a cui sono legate le discipline orientali)
Esiste un aspetto “materiale” ed uno “sottile”…
Una parte “fisica” ed una “eterea”…
Più semplicemente “corpo” e “mente”!
Senza la necessità di “essere studiati“, non è poi così difficile intuire che “un lavoro armonioso”in tal senso DEVE PER FORZA COINVOLGERE ENTRAMBE LE PARTI (Yin e Yang)…
Far lavorare duro (alla somaro) il corpo, e “chiudendo la mente in convinzioni”, faccio veramente fatica a vederla “come formula armoniosa” in linea con i principi taoisti!
Non me ne abbiano “i colleghi” del kung fu = duro lavoro
Pur sapendo che si tratta di “una formula vincente in un mercato plasmato da QUEL TIPO DI DOMANDA”, esiste anche una via attraverso cui NON BARATTARE L’IMMENSO PATRIMONIO delle Arti Marziali Tradizionali, per soldi…
SI TRATTA MERAMENTE DI “UNA SCELTA ETICA”…
La parte “YANG”…
Parliamo del corpo, del lavoro fisico, del combattimento…
Ora, NESSUNO è qui a sostenere che questo tipo di lavoro NON SERVA…
Serve e come!!!
Si tratta della “metafora pratica” attraverso cui, esponendosi e mettendosi in gioco, si lasciano emergere i propri limiti!
Una volta affiorati, vanno affrontati “in virtù di un cambiamento” che si tradurrà in MIGLIORAMENTO con l’atteggiamento opportuno.
Ma per fare questo, “è necessario lavorare con e attraverso l’altra faccia della medaglia”: quella YIN!
Se ancora tu avessi dei dubbi in merito “a cosa sia veramente il KUNG FU” ad esempio, basta che clicchi sulla parolina e ti si aprirà una nuova finestra collegata ad un articolo “chiarificatore”…
Se invece “non sei nuovo di questo blog”, non ti sarà difficile comprendere che “nell’impiegare TEMPO ed ENERGIE per sviluppare ABILITA’ e MIGLIORARE” (definizione di kung fu) non si allude certo al SOLO LAVORO FISICO!
La parte “YIN”…(è qui che puoi trovare la spiritualità)
Si tratta del VERO tesoro nascosto delle arti marziali tradizionali…
Uno scrigno contentente FILOSOFIA, PSICOLOGIA, ETICA, MORALE, INTELLIGENZA, EFFICIENZA, CULTURA…
Questo è in REALTA’ quanto in oriente si tende a considerare “aderente” al concetto di spirituale.
Ma l’occidentale medio, offuscato dall’aspetto RELIGIOSO, ne percepisce “qualcosa di diverso”…
Il discorso sarebbe LUNGO E COMPLESSO… ma voglio comunque tentare di “semplificare quanto basta per comprendere”, almeno marginalmente…
Cielo e Terra, sono in oriente assimilati ai concetti di Dio (padre) e (madre) Terra…
…rispettivamente disciplina, regole, responsabilità e nutrimento, protezione, godimento.
L’uomo rappresenta “la connessione tra le due grandezze”…
Parafrasando la stessa logica nell’uomo, la mente rappresenta il Cielo (infatti là è rivolta!), il Divino, il sottile… ed il corpo rappresenta la Terra (su cui appoggia!), il materiale, il materno, il nutrimento.
L’intelligenza dall’alto… la prestanza fisica dal basso…
Se con SPIRITUALE stiamo abbracciando “la chiave di lettura ORIENTALE”, significa che siamo rivolti verso LO YIN, IL SOTTILE…
Se invece stiamo “decifrando internamente” la questione “SPIRITUALE” con un frame occidentale, allora ci stiamo riferendo al Cuore, alla “connessione tra mente e corpo” (che fisicamente si trova proprio a metà tra i due!), a qualcosa di “legato alla religione”…
Il problema scaturito dall’assimilare RELIGIONE con SPIRITUALE…
Jean Paulhan evidenzia come Lucrezio fece invece derivare religio dalla radice di re-ligare, nel significato «dei legami che uniscono gli uomini a certe pratiche»[4] – derivazione che fu poi ritenuta tale anche da Lattanzio e Servio (però col significato di «legarsi nei confronti degli dei»[5]).
Facendo finta di essere mediamente in grado di concepire la religione come tale, e di essere per questo in grado di sublimare l’immagine dell’UOMO come rappresentanza DEL DIVINO SULLA TERRA…
…ne deriverebbe anche la diretta intuizione che la spiritualita’ sarebbe rappresentata proprio dall’interazione tra il sottile ed il materiale… tra la mente ed il corpo…
Questo “spiazzerebbe” il 90% degli individui che invece ne ricercano un’affinità più o meno marcata con I RITUALI ed i precetti che comunemente si attribuiscono al mondo religioso.
Tutte queste persone, vengono infatti “tratte in inganno” da rituali, preghiere e salamelecchi, DI CUI NON COMPRENDONO NULLA A LATO PRATICO, ma a cui CREDONO “PER PARTITO PRESO”… senza studiare… senza indagare… senza verificare…
Questo ha fatto si che “l’ambiente medio” fosse facilmente sfruttabile da “furbastri” che, facendo leva su falle psicoemotive di un certo tipo di interessati, ha costruito “piccoli imperi” e pseudo “templi” atti più che altro a scambiare PERCEZIONI CON SOLDI…
Un po’ quello che capita, fatalità, in molti ambienti ecclesiastici…
Il VERO FASCINO ORIENTALE che attira noi occidentali…
Il vero “magnete” che attira l’occidentale medio verso il mondo “orientale”, è il concetto di Pace Interiore…
Qualsiasi sia il modo in cui giriamo le parole, ad un’attenta analisi di ciò che mediamente si “cerca” dall’oriente, ad emergere è costantemente qualcosa di assimilato alla “pace dentro di se”…
Qualcosa di diverso dalla semplice “calma” o il concetto di quiete…
Molto più tangibile se cerchiamo di intercettarlo attraverso la parola ARMONIA!
Vero o no? 😉
Questo capita in soldoni a causa di 2 fattori:
- la matrice conflittuale mente/corpo che abbiamo sviluppato nei secoli a causa di “credo” che vogliono il sacrificio di uno” e la chiusura in dogmi dell’altra!
- i ritmi della vita odierna che confliggono a livello percettico a causa di “idee standardizzate” (e che storicamente hanno attribuito la lentezza a qualcosa di posizivo e la velocità a qualcosa di negativo)
(Il discorso è molto più complesso, sia chiaro… mi riservo di approfondire la questione magari in un dibattito attraverso i commenti, oppure in un altro futuro articolo)
Una cultura profondamente influenzata dai principi taoisti, ha fatto senza dubbio la differenza tra le nostre “differenti società”…
Colture distanti… ma non così tanto!
Molto distanti tra loro in termini di “usanze e costumi”, ma ad un attento studio consapevole, molto più vicine se ci riferiamo ad una sostanza accostabile “alla natura”…
Senza dilungarmi per ore sull’argomento specifico (anche se meriterebbe una tale attenzione), pensa al “nostro” Mens sana in corpore sano …
Si tratta di un concetto “molto vicino” a quello che ha permeato “la cultura orientale” in merito alle attività fisiche e le arti marziali.
Già, perchè al di la della “guerra” in cui affondano le proprie radici, hanno di fatto costituito per secoli la metafora perfetta del “saper cogliere qualcosa di buono” anche dalle esperienze peggiori…
Il kung fu stesso ha sfruttato la metafora del “wu shu” (arte marziale in cinese) per trascendere il tempo e contesti, raccogliendone tutti i preziosi insegnamenti…
Dalla salute, alla crescita personale, alla sicurezza interiore, all’efficienza motoria, all’efficacia in combattimento e non solo…
Hai voglia ad averne un effettivo accesso attraverso LA SOLA FATICA FISICA spinti da una convinzione!!!
Un punto di vista personale…
Studio e pratico arti marziali cinesi da quasi 25 anni, e per chi mi conosce bene, sa che “l’oriente fa parte in modo sostanzioso della mia esistenza”…
Ho volto il mio tempo e le mie risorse a ciò che i cinesi intendono con gli ideogrammi “kung fu” e ne sono tutt’ora affascinato come e forse “più del primo giorno”…
Spinto da una personale curiosità ed naturale attitudine al mettermi in gioco, sono partito da una visione “scettica e troppo spesso incoerente” nei “tipici maestri occidentali”.
Giorno dopo giorno, attraverso la pratica ed un forte desiderio di comprensione, non mi sono MAI FATTO BASTARE “un credo” o qualcosa di non verificabile attraverso l’esperienza…
Ho incontrato buoni maestri, e furbi “gatto & volpe”…
Per fortuna mia (e sfortuna loro), non mi sono mai identificato “nel pinocchio della situazione”, e mi guardo bene da “lasciare correre con leggerezza” questa attitudine in chi incontro da insegnante…
Poi tuttavia, ognuno è libero di calcare i propri passi sulla via che ritiene più opportuna …
Conclusioni
UNA SCUOLA NON E’ UNA CHIESA…
Nella prima si va a “studiare, capire e imparare”, sul piano mentale e su quello fisico…
Nella seconda si va a “credere e praticare di conseguenza”…
A scuola i risultati VERI si ottengono “mettendosi in discussione”…
In chiesa, il farlo COMPROMETTE la possibilità di ottenerli…
UN INSEGNANTE NON E’ UN PRETE…
Il primo “guida nella via dell’apprendimento”…
Il secondo fa da intermediario divino per l’indottrinamento!
L’insegnante si “abbassa al livello del suo allievo per portarlo in alto”…
Il prete “commisera dall’alto di un potere divino indiscutibile”, e perdona la pecorella smarrita che al di la del recinto non può andare… pena l’essere sbranata dal lupo cattivo!
L’insegnante “incoraggia, offre strumenti e metodo per superare gli ostacoli”… non UNA VIA…
Il prete “vincola ad una via”… attraendo con la carota alla propria via, e allontanando con il bastoe da quelle diverse…
LA SPIRITUALITA’ NON E’ LA RELIGIONE…
Non almeno per come viene percepita mediamente…
Se hai capito questi 3 punti, da ora sarai molto più libero di scegliere in modo opportuno, e di non farti fregare “da uno dei tanti furbastri che bazzicano nel nostro ambiente facendosi chiamare MAESTRO…
Se “osservi bene” riconoscerai con una certa disinvoltura chi di loro OCCUPA intimamente il ruolo del “prete”:
…ti venderà la sua via COME LA MIGLIORE (senza neppure chiederti cosa tu stia cercando veramente!), e ti chiederà di seguirla con fedeltà e soprattutto CREDENDOCI!
Il fatto che tu capisca o meno, è irrilevante…
Buona riflessione
– Zaijian-
– Sergio –
2 risposte su “Arti Marziali e Spiritualità… facciamo un po’ di chiarezza e diamo una decisa sferzata al trend “discutibile” degli ultimi 30 anni…”
Buongiorno.
Mi hanno spesso affascinato le arti marziali per l’apprendimento alla Vita, più che al combattimento.
Al superare limiti, paure e difficolta nel quotidiano. Mi piace pensare di poter essere una persona migliore di quello che sono stato e di quello che sono ora.
Grazie.
Buongiorno Stefano. Il tuo fascino ha molta ragione di esistere. Che si tratti di semplici sport da combattimento, alle arti tradizionali, è indubbio che il percorso “formativo dello sviluppo delle abilità” (ciò che i cinesi chiamano GONG FU, KUNG FU) conduce ad un costante miglioramento “senza fine”. Questo principio, quando non vissuto come forma ansiogena (ma dovremmo parlare di “linguaggio interno” per una disanima corretta del concetto), ma come “stimolo/sfida”, diviene un trampolino di lancio alla propria motivazione nella direzione di un’evoluzione da sempre associata al senso della vita stessa.
La via di chi cerca il miglioramento, trova un sorgente inesauribile di crescita nello studio (verticale) delle arti marziali…
Uno dei miei maestri (cinesi), ha sempre detto che “il combattimento rappresenta il livello più basso delle arti marziali”! …a scanso di equivoci: non è che intendesse esprimere una sorta di “giudizio denigratorio” nei confronti di chi combatte…anzi!! …semplicemente ne ha sempre parlato in termini di “punto di partenza” da cui lavorare su se stessi… 😉